Nell’articolo di oggi parliamo di un argomento estremamente importante e di attualità: le emozioni nei bambini. Come nascono, come si gestiscono e come si apprendono?
Il bambino apprende l’abilità di comprendere e gestire le emozioni dagli adulti significativi del proprio contesto relazionale, ovvero dai genitori, zii, nonni, educatori o insegnanti.
La competenza emotiva è una componente molto importante dello sviluppo socioaffettivo del bambino.
La capacità di gestire, per esempio, emozioni negative quali frustrazione, rabbia, paura, tristezza, consente di far fronte alle avversità e stabilire relazioni positive con altre persone.
La consapevolezza e la comprensione dei propri stati emotivi sono elementi essenziali per apprendere come regolare le proprie emozioni.
Come insegnare ai bambini a essere consapevoli delle proprie emozioni?
Sin dai primi anni di vita il genitore può iniziare a parlare al bambino delle emozioni.
La consapevolezza dei propri stati d’animo si sviluppa gradualmente grazie all’azione di un adulto che insegna al bambino a dare un nome alle diverse emozioni.
Queste azioni aiutano il bambino a costruire un adeguato lessico emotivo, ovvero a sviluppare un bagaglio di conoscenze sulle diverse sfumature emotive.
Un lessico emotivo ampio e complesso consente al bambino di discriminare in modo più sottile i propri stati d’animo e di comunicare agli altri ciò che sente.
Cosa può fare il genitore nella pratica?
- Riconoscere e validare le diverse emozioni che prova il bambino
- Assumere un atteggiamento empatico
- Costruire un ambiente dove il bambino si senta libero di potersi esprimere
- Verbalizzare lo stato d’animo del bambino nel momento in cui ne fa esperienza
- Utilizzare strumenti quali foto o immagini che esprimono diverse emozioni associate al termine che le indicano.
Un bambino che ha imparato a nominare e identificare i propri stati d’animo ha maggiori probabilità di sviluppare e utilizzare appropriate capacità di regolazione delle emozioni per affrontare i momenti difficili.
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Alcune strategie per aiutare i bambini a regolare le diverse emozioni
La rabbia
La maggior parte dei bambini durante la crescita apprende spontaneamente a controllare la propria rabbia.
Le manifestazioni fisiche della collera generalmente diminuiscono fra i 3 e i 5 anni, ma per alcuni bambini le difficoltà a regolare le reazioni emotive persistono durante il periodo della scuola primaria.
Per aiutare il bambino a gestire la rabbia è utile, come prima cosa, insegnargli a riconoscere i segnali fisici associati all’esplosione della collera.
Alcuni sintomi sono avvertire un senso di calore nel viso e nello stomaco, rigidità delle mascelle, tremore agli arti.
Un’altra tecnica è quella di utilizzare uno strumento chiamato il “termometro delle emozioni” per aiutare il bambino a riflettere sull’intensità della rabbia che prova.
Nel caso in cui il bambino manifesti un comportamento eccessivamente impulsivo il monitoraggio della rabbia non risulta essere efficace. In questi casi è preferibile utilizzare tecniche focalizzate sul controllo della respirazione.
Fare dei respiri lenti e profondi ha un effetto calmante sulle emozioni di collera.
Tristezza
La tristezza è una reazione sana e adattiva di fronte ad una delusione, una perdita o altre esperienze negative.
Nel caso in cui il bambino manifesti una certa tristezza, è utile incoraggiarlo a parlare e a condividere il proprio stato d’animo. Un bambino che sente non ci sia nessuno con cui confidarsi è a rischio.
È molto importante comunicare al bambino che la tristezza è un’emozione valida, e trasmettere accettazione e comprensione verso ciò che prova.
Quando il bambino è triste tende a trascurare molte cose piacevoli in cui è solito impegnarsi. Una tecnica per aiutarlo ad affrontare e superare un momento di tristezza è quella di coinvolgerlo in giochi o attività creative a lui piacevoli, per esempio disegnare, dipingere, suonare, ballare.
Nel caso in cui rientri tra gli interessi del bambino, si consiglia anche fare sport o attività fisica in generale.
Paura
La paura è un’emozione sana e utile, che può essere definita come una reazione soggettiva ad un evento saliente.
La paura attiva uno stato di allarme di fronte a situazioni potenzialmente minacciose. Le paure fanno parte del naturale processo di crescita del bambino e derivano dalla continua esplorazione della realtà, sconosciuta e possibile fonte di minaccia.
Esistono diverse tipologie di paura, che si manifestano in base al momento evolutivo:
- paura dell’estraneo (8/9 mesi);
- paura della separazione (dai 12/18 mesi fino ai 2/3 anni);
- paura di mostri, fantasmi, temporali, buio (3/5 anni);
- paure di minacce alla propria incolumità come la paura dei ladri, delle malattie (6/12 anni);
- paure legate all’immagine di sé (adolescenza).
Le paure dei bambini non vanno sminuite o criticate, ma accolte e ascoltate con cura e attenzione. Di fronte alla paura, è bene che il genitore comprenda la natura e il significato che questa assume per il figlio.
Potrebbe essere utile, specie con i bambini più piccoli, costruire o raccontare una fiaba dove il mostro di cui si ha paura presenta delle fragilità o caratteristiche positive.
Un film piacevole ed utile è “Monsters & Co” della Pixar. Nel caso in cui la paura sia quella del buio, è possibile abituare gradualmente il bambino a restare in un ambiente senza luce, aiutandosi dapprima con lucine.
Un buon modo per favorire il distacco dai genitori prima di andare a dormire, è quello del racconto di una favola che presenti il buio in modo fantasioso.
Gioia
La gioia è uno stato di felicità che si manifesta di solito quando si raggiunge un obiettivo, si esaudisce un desiderio o viene soddisfatto un bisogno.
Si tratta di uno stato d’animo positivo che esprime serenità e assenza di preoccupazioni. Anche la gioia che prova un bambino è un’emozione che ha bisogno di essere condivisa e riconosciuta da un adulto significativo.
È bene che il genitore riconosca un momento di gioia per il bambino e gli consenta di esprimerlo senza essere interrotto, anche a discapito di minori preoccupazioni quali, per esempio, essere rumorosi, sporcarsi i vestiti o rompere i pantaloni.
È molto importante esprimere empatia e sensibilità in risposta alle manifestazioni di gioia del bambino.
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