Da tempo la pet therapy ha ottenuto riscontri importanti come trattamento coadiuvante alle terapie classiche sia con bambini che con adulti.
Spesso infatti, nel corso di un intervento, specie psicoterapeutico, si rileva la necessita’ di introdurre un elemento di novità nella relazione utente-terapeuta, che possa incrementare la motivazione, sbloccare impasse emotivi, fornire stimoli nuovi, sempre però non perdendo di vista gli obiettivi predefiniti e condivisi del progetto terapeutico.
In generale la relazione con gli animali e’ stata messa in relazione con effetti benefici come:
- l’abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza delle pulsazioni;
- il calo dei valori del colesterolo;
- la riduzione della sensazione di solitudine, depressione e paura;
- l’aumento dell’autostima, in particolare nei bambini;
- il miglioramento dell’interazione sociale dei bambini a scuola, degli anziani e delle persone con problemi fisici.
‘Le Vie degli Asini’ e’ un progetto che si occupa di attività di mediazione e co-terapia con l’asino. L’attivita’ di mediazione con l’asino (AMA) è una pratica che si caratterizza per essere un ‘complesso di tecniche di educazione e rieducazione’ alla relazione, mirato ad ottenere l’integrazione di un disagio psichico, cognitivo, affettivo, relazionale, comportamentale e sociale.
Le terapie con gli animali sono terapie dell’affettività, hanno come obiettivo quello di riacquistare fiducia nella propria capacità di esprimere emozioni, comunicare sentimenti, instaurare rapporti.
La presenza dell’asino con le sue caratteristiche etologiche, fisiche, comportamentali e simboliche rappresenta potenzialmente un facilitatore alla relazione, un co-terapeuta che affianca silenziosamente il terapeuta e gli offre la possibilità di costruire un ponte simbolico negli interventi mirati al benessere della persona.
Perché proprio l’asino?
Perché è un animale curioso, interessato ad instaurare un contatto, disponibile, socievole, non ama stare solo ma cerca sempre compagnia. Non è un animale, a differenza del cavallo, che si può domare, ma richiede una continua contrattazione del rapporto che si va costruendo, inducendo l’altro a guardarsi e guardare fuori di se’, a tenere presente continuamente se’ e l’altro.
Ha una pazienza illimitata ma e’ necessaria la costruzione di un rapporto di fiducia. Segue i suoi ritmi interni, più che rispondere agli ordini esterni, quindi induce chi si relaziona con lui a sintonizzarsi. E’ possibile ottenere risposte da lui solo se lo coinvolgiamo e convinciamo. E’ accogliente, empatico, caldo. L’aspetto dell’asino costituisce un fattore facilitante: è uno dei pochi animali che mantiene caratteristiche morfologiche da cucciolo, che ispirano tenerezza e protezione. L’asino, quindi, è un sollecitatore di relazioni, ci chiama in causa incontrare un asino non è mai un’esperienza che lascia indifferenti.
Nelle attività co-terapeutiche di mediazione con l’asino gli obiettivi sono strutturati all’interno di progetti specifici, identificati e condivisi da un’equipe di lavoro e focalizzati sul fruitore o sul gruppo di fruitori. Ne elenchiamo alcuni:
- incrementare le occasioni di interazione e potenziare l’abilità nel contatto fisico
- favorire il rispetto e il riconoscimento dell’altro e di se’
- ridurre il grado di ansia, isolamento e solitudine
- aumentare la capacità di socializzare e di comunicare
- incrementare le capacità di attenzione
- incrementare l’autostima
- ridurre comportamenti aggressivi
- procurare piacere ed affetto
- riuscire a razionalizzare la paura della perdita
- migliorare la capacità di esprimere i sentimenti
- migliorare la capacità di aver fiducia negli altri ed incrementare le interazioni
- aumentare la capacità di ascolto e osservazione
- aumentare la capacità di fidarsi e affidarsi nella relazione con l’altro
- rilassamento
Gli strumenti dell’AMA sono: l’asino, il corpo, il movimento, il gioco, la relazione triadica asino-utente-operatore tutte le possibili espressioni di comunicazione che permettono il riavvicinamento alla dimensione corporea, allentando i conflitti, ristabilendo una connessione col mondo delle emozioni e dei vissuti interiori. E’ un metodo attivo, che non permette mai alla persona di restare passiva o di isolarsi.
L’asino riesce sempre ad ottenere la sua partecipazione, sollecitandola sul piano psico-motorio, intellettivo, sociale e affettivo. L’asino, a differenza di altri animali da pet therapy, puo’ essere montato a differenza del cavallo, non si sottomette, non e’ cavalcato, ma accompagna la persona.
Con l’asino siamo in presenza di un altro tipo di linguaggio e di comunicazione: il linguaggio del corpo. E’ una esperienza che ha come obiettivo il recupero della capacità di sentire, di provare emozioni, di esprimere sentimenti, di manifestare affettività. L’esperienza con l’asino ha il compito di rieducarci alla consapevolezza dei nostri sentimenti, alla comprensione di ciò che sentiamo, al contatto con la nostra pancia, alla capacità di provare ed esprimere emozioni.
La terapia mediata dall’asino implica la sana gestione della triade utente-asino-operatore (Milonis, 2005, 2008) in cui l’animale e’ un soggetto ‘attivo’ della relazione, non ‘strumento’ di lavoro. Quest’incontro funge da contenitore positivo, dotato di specifiche regole, con un significato ed una progettualita’ terapeutica (Reinger Cantiello, 2009).
Le attività di mediazione con l’asino possono essere destinate ad un target molto amplio e differenziato. Il filo conduttore e’ il ‘prendersi cura’, stato affettivo fondato sul riconoscimento dell’altro come essere vivente al pari di noi, caratterizzato dall’identificazione del proprio se’ con bisogni, il dolore o la gioia dell’altro. Il contatto con l’asino non e’ un tabu’: possiamo accarezzarlo, toccarlo, vivendo liberamente le emozioni che ci comunica. L’asino non e’ giudicante e facilita lo sviluppo della capacita’ empatica.
L’asino e’ quella creatura che nella storia ha sempre avuto un ruolo relegato al suo sfruttamento lavorativo, per la sua instancabile forza e resistenza. Il termine ‘somaro’, infatti, si riferisce al soma, al corpo, troppe volte sfruttato, colpito, ferito. Nella storia e’ stato ingiustamente sfruttato ed abbandonato al suo destino al termine della sua carriera lavorativa nei campi, il corpo dall’assetto poco longilineo, con la testa sproporzionata rispetto al resto del corpo considerato il cugino brutto dell’aitante e nobile cavallo, associato alle genti contadini ed ai poveri.
La ri-scoperta dell’asino per le sue qualita’ intrinseche di pazienza, dolcezza, determinazione, costanza ha permesso di rivalutare la sua collaborazione in attività dove il rapporto con l’altro passa attraverso questi elementi. Ecco che l’asino rappresenta la riabilitazione del diverso, del dimenticato, del ferito.
Lavorare con l’asino quindi facilita la proiezione di tutti quegli aspetti che hanno a che fare con l’idea di se’ perdente, negativa, e permette di tirar fuori le emozioni di rabbia, tristezza, paura. Perche’ egli c’e’, rimane presente, non sfugge alla relazione ma rimane. E nel suo rimanere, impassibile, tollerante all’inverosimile, diventa quello specchio che obbliga a riconoscersi, anche non piacersi e a trovare quindi alternative più funzionali alla relazione.
Chi ne può trarre beneficio
Possono trarre vantaggio dai progetti di onoterapia bambini ed anziani, audiolesi e non vedenti, ipertesi e cardiopatici, malati psichiatrici persone afflitte da ansia, stress o problemi di accettazione. I progetti di onoterapia possono portare benefici a livello comportamentale, caratteriale (difficolta’ di comportamento, cognitive e relazionali, ribelli), emotivo e affettivo in soggetti che presentano le seguenti patologie: iperattività (puo’ essere segnale di futura depressione), aggressività, depressione, disturbi alimentari, disturbi del sonno, disturbi dell’attenzione, emotività incontrollata, sindrome di down, autismo, dipendenze, costrizioni, ritardo mentale ma anche bullismo e dissociazione sociale.
Inoltre, i progetti dell’AMA si rivelano efficaci anche per la costruzione del gruppo-team di lavoro, nella formazione scolastica, sia in fase di avvio delle prime classi che nelle realtà di integrazione e inclusione sociale sono occasione di potenziamento dei legami familiari e prevenzione del burn-out.
Gli animali sono selezionati accuratamente in base a precise caratteristiche comportamentali e caratteriali, in un contesto naturale idoneo a garantire la salvaguardia della relazione triadica.
CONTATTO ED INFO: Dott.ssa Manola Santorum 348.3708251
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