Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbo Mentali) il disturbo di panico si caratterizza per la presenza di ricorrenti e inaspettati attacchi di panico, e cioè di episodi caratterizzati dalla comparsa improvvisa di un’intensa paura, che raggiunge il picco in pochi minuti, e che si accompagna a tutti o ad alcuni dei seguenti sintomi:
- Tachicardia o palpitazioni
- Tremori
- Senso di soffocamento
- Dolore al petto
- Sudorazione
- Sensazione di asfissia
- Senso di svenimento, vertigine o testa leggera
- Nausea
- Brividi o vampate di calore
- Paura di perdere il controllo
- Paura di morire
- Senso di derealizzazione
- Formicolii o sensazioni di torpore
Le persone che hanno un attacco di panico temono che accadrà loro qualcosa di grave. Pensano, ad esempio, che moriranno o che impazziranno.
Dopo aver provato una volta la spiacevole esperienza di un attacco di panico, la persona colpita teme che possa accadere di nuovo.
Va precisato che a chiunque, in condizioni di estremo pericolo, può capitare di provare panico e che un singolo attacco di questo tipo non è sufficiente per fare diagnosi di disturbo di panico.
Spesso il soggetto affetto da disturbo di panico teme fortemente la comparsa dei sintomi tanto da provare ansia anticipatoria rispetto alla possibilità di una loro ricomparsa.
Inoltre, la persona colpita da attacco di panico prova a contrastarlo mettendo in atto una serie di strategie, consistenti in comportamenti di evitamento e/o di sicurezza che però peggiorano la situazione rendendo più severe le sensazioni fisiche e in generale deteriorando la qualità della vita.
Sommario
Esordio dell’attacco di panico: insorgenza e fattori di innesco
Il disturbo di panico tende ad insorgere nella tarda adolescenza o nella prima età adulta (Kessler et al., 2005). Spesso il primo attacco di panico è preceduto da un periodo particolarmente stressante, caratterizzato da difficoltà lavorative, separazione da una persona cara, problemi di salute, o lutto.
Gli attacchi di panico possono verificarsi in modo spontaneo e inaspettato (senza un fattore di innesco evidente) – anche di notte mentre si sta dormendo – oppure avvenire contestualmente ad una specifica situazione o stimolo, sia presente che anticipato.
I fattori di innesco possono essere:
- di tipo esterno (situazioni quali guidare l’auto, essere in mezzo alla folla, etc)
- oppure interno (come pensieri, immagini, emozioni o sensazioni corporee).
Il primo attacco di panico si verifica in genere fuori casa e la sensazione che viene riferita è quella di essersi trovati privi di una via di fuga o di una soluzione (es. bloccati in ascensore o in auto) mentre si esperivano dei sintomi fisici vissuti come estremamente pericolosi (es. battito cardiaco accelerato, senso di svenimento ecc.).
Le cause degli attacchi di panico: interazione tra pensieri, emozioni e processi fisici
Gli attacchi di panico e il disturbo di panico, appartenenti comunque alla categoria dei disturbi d’ansia, sono oggi molto diffusi nella popolazione generale interessando circa il 4%.
L’età di esordio più frequente del disturbo di panico è tra i 15 e i 35 anni. La maggior parte degli studiosi ritiene che la causa degli attacchi di panico sia l’interazione di pensieri, emozioni e processi fisici. In genere, un periodo o un evento particolarmente stressanti possono scatenare il disturbo in persone con una predisposizione genetica e psicologica ai disturbi d’ansia.
Veniamo dunque ai motivi che originano questi attacchi. Le cause degli attacchi di panico possono essere molto diverse tra loro: come anticipato, in genere il primo attacco si verifica durante un periodo particolarmente stressante dell’individuo. Lo stress può essere dovuto ad un evento acuto oppure alla presenza di numerosi fattori concomitanti.
Le principali cause di un attacco di panico possono essere:
- Lutti
- Malattie gravi
- Cambiamenti importanti nella vita (matrimonio, lavoro, separazioni)
- Periodi di iperlavoro o di scarso riposo
- Situazioni relazionali conflittuali
- Cambiamenti di ruolo (ad es. il pensionamento)
- Traumi
- Problematiche finanziarie
Le conseguenze sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale degli attacchi di panico
In genere chi soffre di attacchi di panico sviluppa delle conseguenze psicologiche sia sul piano cognitivo ed emotivo, sia sul piano comportamentale.
Può sviluppare preoccupazioni rispetto alla propria salute fisica (i pazienti possono pensare che gli attacchi siano dovuti ad una qualche grave malattia che mette in pericolo la loro vita) oppure possono sviluppare problemi nella sfera sociale e nelle autonomie personali.
Alcuni soggetti possono manifestare la preoccupazione di ritrovarsi da soli durante un attacco (ad esempio possono evitare di utilizzare l’auto) e non avere quindi nessuno a cui chiedere aiuto.
Tendono quindi a ridurre ed evitare le situazioni in cui sono costretti a rimanere da soli. Oppure, al contrario, possono essere preoccupati di avere attacchi di panico in situazioni e contesti dove ci sono tante persone, per paura di essere giudicati negativamente dagli altri, quindi tendono ad isolarsi e non uscire di casa.
Come si curano gli attacchi di panico e il disturbo di panico in generale?
Se non trattato, il disturbo di panico tende ad avere un andamento cronico intermittente, con un’alternanza tra periodi caratterizzati da attacchi, e fasi – anche molto lunghe – di remissione. Intraprendere un percorso di psicoterapia, senza lasciar passare troppo tempo dal primo attacco, può essere quindi molto utile.
Principali approcci:
- Cognizione e Consapevolezza
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è un approccio ampiamente utilizzato per affrontare gli attacchi di panico. Questa terapia si concentra sull’identificazione e sulla modifica dei pensieri distorti o negativi che contribuiscono all’ansia.
Sviluppando una maggiore consapevolezza dei propri pensieri, un individuo può imparare a riconoscere e sostituire le credenze irrazionali che alimentano gli attacchi di panico.
- Esposizione Graduale
Un altro elemento chiave della TCC è l’esposizione graduale, che implica l’esposizione controllata e progressiva alle situazioni temute. Ciò aiuta a ridurre la risposta ansiosa associata a specifici stimoli, consentendo all’individuo di sperimentare una maggiore sensazione di controllo.
- Mindfulness e Tecniche di Rilassamento
Le pratiche di mindfulness e le tecniche di rilassamento possono essere efficaci nel gestire l’ansia generale e prevenire gli attacchi di panico.
La consapevolezza del momento presente, combinata con la respirazione profonda e il rilassamento muscolare, può aiutare a ridurre la tensione e a prevenire il manifestarsi di sintomi ansiosi.
- Supporto Psicologico
L’assistenza di uno psicologo o di uno psicoterapeuta specializzato in disturbi d’ansia può fornire un ambiente sicuro per esplorare le radici psicologiche degli attacchi di panico.
Attraverso il supporto emotivo e la guida di un professionista, un individuo può affrontare e superare le sfide psicologiche associate agli attacchi di panico.
In conclusione: l’inconscio come occasione per rinascere
Affrontare gli attacchi di panico richiede una comprensione approfondita degli aspetti psicologici coinvolti.
L’approccio psicologico offre strumenti pratici per gestire l’ansia, modificare i modelli di pensiero distorti e promuovere la guarigione. La ricerca di supporto psicologico professionale è un passo cruciale verso il superamento degli attacchi di panico e il raggiungimento di una vita più equilibrata e soddisfacente.
Infine, è bene tener presente che l’attacco di panico è un sintomo di un disagio profondo di cui il paziente non ha consapevolezza e inconsciamente nega.
L’attacco di panico rappresenta, quindi, l’occasione che l’inconscio si dà per cambiare e rinascere.
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